MVP. Un pallone dorato per due nomi non ovvi.

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Si è spesso portati a pensare che, in un gioco di squadra, il migliore in campo,  sia l’atleta che finalizza di più, che realizza più punti in una partita di volley o di basket, che segna più goal in un incontro di pallanuoto o di calcio. La dimostrazione più lampante è che negli ultimi vent’ anni il “Pallone d’oro”, massimo riconoscimento individuale dello sport più seguito e amato, il calcio, sia stato assegnato, salvo un paio di eccezioni, al giocatore più prolifico di goal.

Nella pallavolo il concetto di “bomber” è meno accentuato e qualche volta  il premio di MVP (Most Valuable Player, ndr) è stato assegnato a chi difende. Ripenso al titolo MVP vinto a Firenze  da Moky De Gennaro al termine di due strepitose partite alle final four di Coppa Italia 2017.
Innegabile però che, anche sul taraflex, prevalga, spesso, la concezione che chi fa più punti sia il migliore. 
Così, nelle piacevoli chiacchierate a bordo campo con tanti amici, irrecuperabili “volley dipendenti”, i nomi più frequenti che vengono abbinati al concetto di MVP del campionato che si avvia a conclusione, sono quelli delle top scorer: Haak e Egonu, su tutte.
Isabelle e Paola sono, innegabilmente, due fenomeni (945 punti in due!) che con le loro giocate straordinarie sono state essenziali per il cammino dei rispettivi sestetti e hanno spesso, se non sempre, “fatto  la differenza”. Talenti il cui valore, se ce ne fosse bisogno, viene enfatizzato dalla giovanissima età e soprattutto dal fatto che entrambe hanno dimostrato, nel corso del campionato, ulteriori quanto incredibili potenzialità di crescita.

Fatte queste doverose premesse, non stupisca se, pensando a chi possa essere la “most valuable player”, il mio pensiero corre verso altri nomi. Due su tutti: Alessia Gennari e Serena Ortolani. Entrambe non giocheranno la finale scudetto e quindi non potranno alzare al cielo il pallone dorato (premio MVP) ma credo che in pochi possano contraddire il pensiero che, Alessia e Serena, sono state due fra le migliori giocatrici in campo quest’anno, due fra le più determinanti nei successi delle loro squadre, a prescindere dai punti messi a terra nei nove metri avversari.
Potenza, tenacia, tecnica, intelligenza e soprattutto equilibrio. Due guerriere sorridenti quanto determinate, che hanno saputo prendere per mano le rispettove squadre nei momenti di difficoltà, esserne guida; due ragazze che hanno saputo, con un abbraccio, riportare armonia, tranquillizzare.
Credo che Gennari e Ortolani, siano, seppur con caratteristiche  differenti, molto simili nello stile con cui vivono la loro passione, il volley: serietà, impegno, determinazione, voglia di migliorarsi e di divertirsi.
Credo, senza nulla togliete alle compagne, che la loro riconferma sarebbe il miglior acquisto di mercato delle rispettive squadre (Busto e Monza, ndr).

Penso che Ale e Sere, consentitemi la confidenza, possano e debbano essere due elementi attorno a cui costruire sestetti competitivi. Anche in maglia azzurra.

Opinione di semplice tifoso, ovviamente.😉


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1 pensiero su “MVP. Un pallone dorato per due nomi non ovvi.”

  1. Non solo Paola Egonu ha segnato una valanga di punti e ha imparato a difendere e realizzate moltissimi “ace” con la battuta, ma cosa credo unica, spiazza i muri delle avversarie passando improvvisamente la palla dal lato destro del campo a quello di sinistra dove trova l’implacabile Cioppi (Celeste Plak). Passaggi geniali, direi, unici, in questo campionato.

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