“Radio mercato”? Accendiamola a fine maggio…

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Veritiere, prive di fondamento, create ad hoc. Che trovino riscontro nei fatti o che risultino grossolane  bufale di mezza primavera non importa. Le “voci di mercato”, ossia le indiscrezioni su possibili cessioni, probabili rimpiazzi e clamorosi ingaggi, sono sempre più una costante del nostro volley.

Una tendenza dettata sia dall’esigenza di far notizia, di “far leggere” i sempre più numerosi giornali e web dedicati allo sport, sia dall’evoluzione della pallavolo che, oggi, appare, o meglio deve apparire, sempre più un business dinamico, con avvicendamenti repentini.
Soprattutto negli ultimi anni, infatti, la crisi economica  ha determinato  alcune tendenze sempre più radicate: da un lato l’incertezza del futuro che non ha risparmiato anche società in apparenza solide ed intramontabili, dall’altro  la necessità di attirare sempre più nuovi capitali da “remunerare”,  dicasi “ritorno di immagine”, nel brevissimo periodo conquistando immediatamente risultati importanti e vittorie prestigiose. 
Quanto fin qui ha contribuito, all’estinzione dell’atleta “bandiera”, non solo nel volley, sostituita da tante professioniste con la valigia. Per essere concreti: nel campionato italiano, le giocatrici che militano da più di quattro stagioni nello stesso club si contano sulle dita di due mani, massimo tre. L’ultima “bandiera”, come scrissi qualche anno fa prevedendo tempi e dinamiche, è stata Francesca Piccinini con la maglia di Bergamo.

Fatte queste doverose premesse, le voci di mercato fanno parte del gioco. E lo rendono più intrigante, emozionante.
A mia memoria, mai come quest’anno però, le “voci” hanno disturbato e stizzito i protagonisti, portando qualcuno a manifestare, a volte platealmente,  il proprio disappunto.
Le “voci”, secondo molti, destabilizzerebbero   l’ambiente, la squadra,  il gruppo arrivando addirittura a sottrarre energie e concentrazione .
A questo si aggiunge poi il sospetto, balenato nella mente di molti, esternato da pochi, che un’atleta, già certa del proprio futuro in altri lidi, possa non impegnarsi con la stessa determinazione, con la stessa grinta.
Avallare l’idea che un’ atleta possa essere “distratta” dal proprio futuro o da quello di una compagna, o peggio, possa non dare il massimo in una piazza perché gia sicura di approdare in un’altra,  vorrebbe dire reputare superficiali, non professionali e addirittura “mercenarie” le protagoniste.
Francamente, ho una visione forse troppo romantica dello sport che amo per accettare che in questi pensieri vi possa essere un fondo di verità.
E così mi sovviene immediatamente l’immagine di Barun, che nell’anno 2017/18, trascinò  Novara al tricolore, tanto da ricevere il premio MVP, contro quella che già molti sapevano sarebbe divenuta, dopo poche settimane,  la sua nuova squadra (Modena, ndr)
Penso, però, che per rispetto alle atlete, ai tifosi e al movimento occorra sempre usare buon senso ed evitare ogni “rumore” inopportuno.
Credo che di mercato, acquisti, cessioni, rinnovi si possa e si debba parlare senza alimentare polemiche, sospetti, diatribe. Basterebbe farlo a partire da fine maggio,  a scudetto cucito sulle maglie  e a coppe alzate al cielo.


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1 pensiero su ““Radio mercato”? Accendiamola a fine maggio…”

  1. La triste verità è che addirittura i giornali delle piazze le cui squadre si contendono lo scudetto per vendere 2 o 3 copie in più di un giornale locale ed essere citati sui media nazionali come fonti scrivono di mercato durante le serie scudetto!!! Come definire questi scribacchini che per momenti di vana gloria personale e vedere il proprio nome riportato da testate cartacee e on-line scrivono di mercato sulla squadra della propria città impegnata in una finale scudetto? Ognuno può dare il suo vocabolo preferito per definirli. Se le giocatrici comunque sono professioniste, e pertanto ci si augura faranno di tutto per vincere ogni singola partita, che senso ha pubblicare queste notizie mentre sono ancora in palestra a sudare con la propria squadra? Deprimente vedere come ormai da anni anche questo sport sia diventato preda di gossip, dietrologie, interventi scorretti e fuori tempo, articoli sconvenienti. Quando questi provengono da scribacchini delle stesse città delle squadre impegnate per provare a vincere uno scudetto ci si chiede quale sia il rispetto per le atlete, la società e i tifosi di quella città… In un mondo sano, si parlerebbe di mercato a bocce ferme, dopo il 7 maggio, fine della stagione di alto livello per club, ma di sano questo mondo ormai non ha quasi più nulla, l’unico baluardo sono le partite, i gesti tecnici, e la passione dei tifosi, il resto ha un profumo che ricorda molto quello che si percepisce quando vengono concimati i campi…

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