Grazie Nadia

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Le sette della sera di una uggiosa giornata di maggio. Il cellulare squilla e la luce del display evidenzia il nome di Jean Pierre. Un ragazzo di cinquantanni, francese, come lo definisco provocatoriamente, 《nazionalista estremo》. Per intenderci uno di quelli per cui la storia ha solo due pagine: una l’ha scritta Napoleone e l’altra De Gaulle. Uno di quei francesi per cui tutto ciò che non é su sfondo rosso, bianco e blu non vale la pena di essere raccontato, figuriamoci apprezzato.
L’ ho conosciuto una decina di anni fa, sulla spiaggia di un paesino della Costa Azzurra, chiedendogli se potevo dare un’occhiata al giornale che aveva appena ripiegato, l’Equipe, perché volevo leggere di volley. Fu così che scoprii una passione comune, da allora protagonista di tante nostre chiacchierate,  linfa di una bella amicizia e pretesto per questo post.
《Michele perché tu n’a pas ecris niente sur Madame Centoni?》
Jean Pierre pronuncia il quesito,  costruito grottescamente, unendo in un mix stravagante italiano e francese, senza nemmeno un convenevole saluto, con un tono serio, quasi di rimprevero.
Madame Centonì, il mio idolo, l’italiana del volley “Regina di Francia”, una ragazza che non smetterò mai di stimare immensamente e portare, titolare, nel cuore. E lui lo sa.
Madame Centoni, la capitana del Cannes di Jean Pierre, l’attaccante italiana  con cui la squadra francese ha vinto 8 coppe di Francia  e 7 campionati.
Madame Centoni, atleta e donna straordinaria che ha insegnato ad amare il volley a Jean Pierre, a me e a tanti altri.
Madame Centoni. Semplicemente Nadia. Il suo stile, la sua grinta, il suo sorriso. Il suo addio, un paio di settimane fa, alla pallavolo giocata. E quella maglia numero 13 che oggi, estremo omaggio ad una straordinaria campionessa, il club francese ha ritirato. Nessuno più la indosserà.
I miei occhi lucidi, come quelli di Jean Pierre, il francese nazionalista che nel suo cuore continuerà ad applaudire una ragazzina toscana avvolta nel tricolore italiano.
Le mie parole, forse fin qui banali, perché da giorni provo a scrivere un pensiero per Nadia ma l’emozione mi ha attanaglia cervello e dita.
A proposito, la telefonata di Jean Pierre mi ha ricordato quanto scriveva, rigorosamente in perfetta lingua francese, un poliedrico attore canadese, Jean Louis Millette:
“La vie est faite de quelques rencontres privilégiées qui nous nourrissent toute notre vie”
“La vita è fatta di qualche incontro privilegiato che ci nutre per tutta la nostra esistenza.”
Nadia é stata senza dubbio, e rimarrà, uno dei  miei incontri privilegiati piu belli.
Grazie, anzi Merci,  Madame Centoni.


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