Viky: il faro e la leggenda

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Venti straordinari ed indimenticabili anni con la stessa maglia, cucita addosso tanto da divinire una seconda pelle, tanto da sembrare un tatuaggio indelibile.
E con quella stessa maglia, lei, regina induscussa di Francia, ha conquistato diciannove scudetti, diciotto coppe nazionali, due Champions.

Un palmares da brividi, difficilmente eguagliabile, che diventa leggenda se si prende coscienza che tutti quei trofei sono stati vinti in due decenni, con la stessa compagine, dalla stessa atleta.

Lei Victoria Ravva, classe 1975, georgiana di nascita francese d’adozione, é stata senza dubbio l’ultima, vera ed indiscutibile bandiera del nostro sport.
Riconosciuta, apprezzata, amata a livello internazionale. Simbolo ed icona di un sestetto, quello di Cannes, che ha stradominato in Francia e brillato, per anni, in Europa.
Atleta e donna straordinaria che ha voluto legare il suo nome e la sua vita ad una squadra e alla sua città: Cannes
E così, Madame Ravva é come il Festival du Cinema o ol Boulevard de la Croisette: difficile, se non impossibile, immaginare, la più elegante città della Cote d’Azur senza di lei.

L’hanno capito, con lungimiranza e doverosa riconoscenza, i dirigenti del volley di Cannes che le hanno affidato il ruolo di General Manager.
Certo, per chi come me ha amato per vent’ anni “capitaine Ravva”, vedere Vik senza ginocchiere e in longuette fa uno strano effetto, ma lo stile, la classe e la determinazione del GM Victoria sono le stesse di quando indossava canotta e pantoloncini.

A lei Cannes ha affidato non solo un ruolo di prestigioso ma soprattutto il testimone di una storia gloriosa, da conservare nella memoria, onorare e rivivere.

Credo che molte delle protagoniste oggi in campo con la maglia del RCC, cerchino il suo sguardo, la sua determinazione, il suo incitamento, la sua approvazione proprio come, una manciata di anni, facevano le sue compagne di squadra.
Proprio come la calda luce di un antico meraviglioso faro, a cui i marinai affidano, ad ogni viaggio, la rotta.
Leggenda. Merci, Vik.

Foto web RCC Cannes


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