Il viaggio di Helena

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L’ultimo punto, quello che vale la vittoria al tie break, lo schiaccia a terra lei. Ancora una volta.

E non ci sarebbe nulla di inconsueto, nulla di strano, se quel punto, quell’ultimo punto, fosse l’epilogo di una straordinaria carriera iniziata diciannove anni fa.

Per gli amanti delle statistiche una carriera fatta di 2568 punti, 162 ace, 231 muri nella serie A italiana.

A chi invece conserva nitidi nel cuore i ricordi,  basta un numero per emozionarsi: il 16,  quello che lei, Helena Havelkova,  schiacciatrice ceca classe 1988, ha sempre indossato, da vincente, in giro per il mondo; un numero divenuto tratto distintivo e coerente di una passione autentica e di un’altela capace di scaldare i cuori a qualsiasi lattitudine restando sempre fedele a sé stessa.

Riassumere in poche parole Helena Havelkova, la sua carriera, il suo inconfondibile stile, i suoi  sorrisi,  sarebbe come voler raccontare un viaggio di migliaia di miglia in poche righe.

Chi, come me, ha avuto la fortuna e l’onore di vivere in parte il viaggio di Helena, da Sassuolo a Perugia passando per Busto e Monza, sabato sera, ne sono certo, a quell’ultimo punto, ha avuto, per qualche istante, gli occhi lucidi, umidi e tanta gratitudine nel cuore.

Di questo viaggio, cominciato nel 2007 al Palaganelli di Sassuolo e terminato una manciata di ore fa al Pala Radi di Cremona, molti custodiranno nel cuore istanti indimenticabili quanto preziosi, sorrisi, lacrime e gioie.

Nel viaggio di Helena che continua verso nuove sfide (beach volley, ndr) c’è l’essenza di una vita dove raggiungere la meta è solo il pretesto per vivere un sogno.

Foto: Maurizio Lollini, 3MMedia


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