Lettera a Paola Egonu

Condividi con

Cara Paola,

                 lo sport può e deve essere straordinario strumento di integrazione.

La pratica sportiva offre potenzialità uniche per la crescita fisica, umana, relazionale e sociale di ciascun individuo e quindi di quell’insieme eterogeno di singoli che è la nostra Società.

Lo sport aiuta a comprendere l’importanza delle regole  e di valori mai obsoleti quali lealtà, rispetto ed altruismo;  è occasione di confronto con se stessi e con gli altri;  può e deve servire per capire i propri limiti, provare a superarli, provare a migliorarsi.

Lo sport, non da ultimo, può e deve servire a superare, combattendole e condannandole, le discriminazioni.

E sono certo che con la tua intelligenza, se mai leggerai questa riflessione, avrai notato l’uso del termine “discriminazioni” e non “razzismo”. Sì perchè vi sono vari modi di far sentire diverso, inadatto e sbagliato il prossimo; ci sono, purtroppo, molti mezzi per escluderlo e ferirlo.

Discriminazione e inclusione  sono temi che devono essere affrontati quotidianamente.

La differenza la fa sempre il “come” perchè, purtroppo, il rischio che un racconto, per quanto crudo e tristemente veritiero, possa essere strumentalizzato o sembrare più dettato dall’ego del singolo che dalla necessità di raccontarsi, è tanto più forte tanto più sei icona, star, idolo.

E così la tua intervista a Vanity Fair ha fatto, come prevedibile, “audience” e “rumore”; ha inevitabilmente diviso il “pubblico”,  in alcuni casi aspramente.

Ha acceso un riflettore,  per restare in tema di passarelle a Sanremo, sul tema della discriminazione razziale?  Senza dubbio. Bisogna, però, sempre capire com’è la “luce del riflettore”, perchè a volta risulta poco naturale, accieca e non permette di vedere realmente il palcoscenico.

A proposito, il “palcoscenico Italia” esce dipinto dalle tue parole come un Paese di razzisti. Non so se lo sia, però è quel Paese ti ha permesso di valorizzare le tue potenzialità, crescere e migliorarti sportivamente; quel  Paese che ti ha messo a disposizione, valutandoti meritevole, strutture sportive di eccellenza e i migliori tecnici al mondo.

Un Paese che ti ha dato per merito l’opportunità non solo di indossare la maglia della propria Nazionale, ma  anche di diventarne icona.
Questo fa meno audience, certo, ma forse renderebbe più oggettiva la riflessione.

Condividi con

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *