Sono sempre io. Straordinaria Ghiretti.

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Da oltre vent’anni racconto il volley e le emozioni che questa autentica passione e i suoi protagonisti mi fanno vivere.

Ed é anche per queso che sei anni fa ho creato Volley People, un blog dedicato alla pallavolo e alla sua gente, uno spazio virtuale ove tutte le riflessioni proposte hanno un elemento in comune: trasmettere la straordinaria capacita dello sport di farci sentire, e talvolta tornare, vivi.

Chi mi segue da sempre con infinito affetto, non si stupirà quindi, nel leggere queste manciate di parole dedicate alla biografia scritta da una campionessa del nuoto paralimpico, una ragazza che é tornata a vivere per merito della sua tenacia e per mezzo dello sport: Giulia Ghiretti.

Un libro straordinario quanto la sua autrice, da  leggere con la mente e con il cuore.

                                                         Miky Orione, Responsabile Editoriale Volley People

 

SONO SEMPRE IO.

Prefazione di Claudio Rinaldi

Il sorriso di Giulia, che è contagioso tanto è bello, solare, rassicurante, puro. Le lacrime di Giulia. Lacrime di disperazione, lacrime di gioia, lacrime di commozione. La prima e la seconda vita, l’incidente, la famiglia meravigliosa che si ritrova, i successi incredibili, le medaglie, i record, le emozioni: c’è tutto, in questo libro che appassiona, pagina dopo pagina. Appassiona e commuove. Appassiona, commuove e lascia senza parole. Che racconta Super Giulia a chi la conosce poco – e fa capire che razza di campionessa sia, in vasca e nella vita – e che fa rivivere i suoi trionfi a tutti quelli, e sono tanti, che fanno il tifo per lei dai primi timidi, e neanche troppo convinti, tentativi di cimentarsi con il nuoto paralimpico.

Preparatevi a diventare amici di Super Giulia e a essere orgogliosi di lei, leggendo questo libro, ma preparatevi anche a piangere. E al pugno nello stomaco delle prime pagine, che raccontano quel 4 gennaio 2010. L’ultimo salto. C’è ogni piccolo dettaglio di quel giorno maledetto, raccontato con una lucidità che sbalordisce.

La sensazione di perdersi in aria, il dolore insopportabile, il cuore in gola, le gambe che sente rannicchiate e che invece sono distese, il corpo che sembra finire all’ombelico, il terrore negli occhi del padre. La corsa all’ospedale, gli accertamenti che le appaiono torture, la corsa in sala operatoria. Poi, ore e ore dopo, il risveglio; e quella domanda alla mamma, ma prima la promessa di non dire bugie: «Se tornerai a saltare? No, Giuli, non tornerai a saltare. E nemmeno a camminare».

Ci sono tanti modi in cui una ragazza di sedici anni può reagire a un verdetto così crudele. Giulia ha scelto quello della combattente irriducibile che è sempre stata. Superando – da subito, dai lunghi mesi nel centro di riabilitazione di Villanova d’Arda – ogni ostacolo, piccolo, grande, gigante o apparentemente insormontabile che fosse.

Ancora oggi, stesso atteggiamento, stessa voglia di combattere. Contro la sfortuna, contro le barriere (architettoniche, mentali, di tutti i generi) e contro la cattiveria e la malignità. Sì, anche quelle: più spesso di quanto si possa immaginare. Ieri la bassezza dei compagni di scuola, che sono arrivati a rinfacciarle subdolamente presunti (ma inesistenti) favori dei professori. Oggi la perfidia della fidanzata di un amico: «Gelosa io? Come si fa a essere gelosi di una in carrozzina?».

Sì, leggerete anche queste cose, nel libro. Ci resterete male quasi (quasi!) quanto ci è rimasta male Giulia, che anche dopo tanti anni passati su una carrozzina e tante rinunce, dopo tanti successi e una laurea brillantissima, deve combattere anche contro questi atteggiamenti. E capirete come lei sia, in fondo, riconoscente alla compagna di un altro amico, che ha tenuto il muso al ragazzo per via di una telefonata ricevuta da Giulia alle undici di sera. Giusto così, perché sapere di scatenare una scenata di gelosia la fa sentire donna.

La più grossa fortuna di Giulia è la sua famiglia: mamma, papà, i fratelli Anna e Pietro. Un legame così forte da commuovere, una forza che non si capisce da dove salti fuori, una serenità che tutti noi non possiamo che invidiare. Ieri, dopo quel giorno maledetto. Oggi, che Giulia è diventata una celebrità. Domani, sicuramente. Leggete le pagine sulla vacanza a sorpresa in giro per l’Italia: anche qui, vi commuoverete.

E poi c’è Super Giulia, che in vasca trionfa ovunque e fa incetta di medaglie, record mondiali, imprese incredibili. Tutto è nato un giorno nello spogliatoio della piscina, quando ancora il nuoto era un divertimento, o poco più, dopo aver provato, senza entusiasmarsi, il basket in carrozzina.

È stata la voglia di adrenalina del risultato a fare scattare la molla, insieme a quel vuoto che sentiva dentro: le mancavano troppo gli allenamenti, l’impegno per raggiungere un risultato, era troppo forte il desiderio di misurarsi contro sé stessa e contro le avversarie, di fare sport seriamente come nella prima vita, per potergli resistere. «Sarà il nuoto il mio nuovo sport», ha sentenziato quel giorno. Così è stato, per fortuna sua e nostra. Perché le sue braccia hanno regalato prestazioni mostruose, emozioni indimenticabili. E ancora lacrime: di gioia per una medaglia insperata, di rabbia per una vittoria sfuggita all’ultima bracciata, di felicità incontenibile per aver conquistato, più e più volte, il podio alle Paralimpiadi.

Scorrere il palmarès fa impressione. Un argento ai Mondiali di Montréal 2013; un argento e un bronzo agli Europei di Eindhoven 2014; un argento ai Mondiali di Glasgow 2015; due argenti agli Europei di Funchal 2016; un argento e un bronzo alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016; un oro, un argento e un bronzo ai Mondiali di Città del Messico 2017; un oro, un argento e un bronzo agli Europei di Dublino 2018; un argento e un bronzo ai Mondiali di Londra 2019; un argento e un bronzo agli Europei di Funchal 2021; un argento alle Paralimpiadi di Tokyo 2021; un oro, due argenti e un bronzo ai Mondiali di Funchal 2022.

Un solo segreto: la tenacia. Con un alleato non da poco: la testa dura. (Eccome, se è dura: chiedetelo agli allenatori che ha avuto. Chiedetelo ai genitori e ai fratelli.) E un altro ancora: la serenità, che è dentro di noi, che si costruisce giorno dopo giorno e si basa soprattutto sulla consapevolezza. Super Giulia l’ha imparato nelle prime settimane di riabilitazione e lo ha ben presente, sempre.

È questa la lezione più importante che ci trasmette in questo libro (insieme ad Andrea Del Bue, suo grande amico e giornalista di razza, che le ha prestato la penna). Se lei ha imparato a essere sempre sé stessa, nonostante tutto, abbiamo il dovere di provarci anche tutti noi.


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