Il “filo” di Conegliano

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Il filo è di fibra forte, resistente negli anni ad urti, lavaggi e all’ usura del tempo. Un filo sottile quanto solido, tanto da farlo sembrare, a molti, indistruttibile.

E’ il filo con cui l’Imoco Volley Conegliano, in una fresca serata toscana, si è ricucita sul petto il sesto scudetto consecutivo, settimo vessillo tricolore della sua breve storia, ventitresimo trofeo in dodici anni di esistenza del club veneto.

E’ un filo amalgamato con tenacia, umiltà, passione e spirito di sacrificio, che unisce una società ambiziosa quanto seria e caparbia, uno staff tecnico fra i migliori  al mondo  e campionesse mai appagate, sempre desiderose di migliorarsi, di giocare la prossima partita come se non ne avessero mai vinta una.  Un gruppo vincente, per mentalità, ancor prima che per risultati.

Ma non solo.

E’ un filo che lega un sodalizio sportivo creato da due giovani imprenditori (Pietro Maschio e Piero Garbellotto, ndr) ad un intero territorio, alle sue eccellenze, a manager capaci e desiderosi di investire sui valori dello sport cominciando, scelta tutt’altro che banale e scontata, da un settore giovanile divenuto fucina di talenti.  E non è un caso che alla voce “sponsor” la compagine veneta ne annoveri oltre duecentosettanta.

E’ un filo che unisce tifosi da ogni parte del territorio nazionale, che fomenta amore e passione non solo per la maglia di gialloblu, ma anche per un sport di valori e di valore.

E’ un filo tessuto con silenziosa determinazione, che cuce indissolubilmente Conegliano alla storia del volley nazionale, fra record di vittorie, imbattibilità, trofei e campionesse orgogliose di sentirsi, per una sera o per una vita, sarte eccellenti nel confezionare prestigiosi sogni.

 

Foto Maurizio Lollini, per 3MMedia


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