Il sesto set, la grande bellezza del mio volley

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Sesto set? Impossibile, avranno già sentenziato gli osservatori più razionali, quelli senza dubbio più attenti a regole e statistiche, i freddi “puristi normativi”.

In effetti, la pallavolo, è bene ricordarlo per non indurre in errore i non addetti ai lavori, prevede un massimo di 5 set a partita. Eppure…

Eppure, per chi come me, vive lo sport con folle quanto autentica passione, in modo romantico, a tratti naif ed utopistici,  il “sesto set”  è quello più atteso, quello dove l’amore per la pallavolo e i suoi protagonisti si alimenta e, allo stesso tempo, si può esprimere in tutta la sua grande, pura e limpida bellezza.

Il “sesto set” inizia dopo il triplice fischio dell’arbitro, quando finisce la  sfida sportiva ed incomincia l’incontro umano. E’ il momento in cui lo sportivo, anche quello più cinico e razionale, torna spesso ad esternare, con fanciullesca spontaneità, i suoi sentimenti, le sue virtù e perchè no, le sue debolezze.

E’ il “set”  dove l’irraggiungibile idolo che porti nel cuore è ad un passo da te, lo saluti, gli parli, gli sorridi e gli chiedi una foto.  E  non importa quante foto gli hai già chiesto: ogni scatto racconta nuove uniche emozioni, cristallizza la vita e il suo senso.

Il “sesto set”   è il momento dei saluti, dei sorrisi, delle lacrime; è tornare ad abbracciare coloro che per una sera sono stati avversari e che per una vita saranno amici veri, autentici con un vessillo diverso al collo.

In un altro sport nobile come il rugby a 15,  il Troisième mi-temps, il terzo tempo, ha rappresentato l’esempio nobile, istituzionalizzato per tradizione, di incontro conviviale fra giocatori avversari, al termine di una partita.

Nel volley forse nessuno, fino ad oggi, ha parlato del “sesto set”, ma sono certo che in moltissimi, giocatori, allenatori, arbitri, tifosi, giornalisti, con cui ho l’onore di condividere l’amore per questo sport, lo vivono come il momento di grande bellezza della nostra pallavolo.

Già, quando l’arbitro fischia la fine, il nostro sport non smette di insegnare, emozionare e  innamorare.

 

Foto: Maurizio Lollini, 3MMedia; abbraccio fra Wanny De Filippo e Beatrice Parrocchiale al termine di una sfida che li ha visti avversari.


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