Le lacrime di Paola e l’essenza del mio sport

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Nella Coppa Italia delle partite rinviate e, peggio, decise “a tavolino”;  dove le esigenze di business e di show hanno imposto, questa volta più di altre, di proseguire a tutti i costi, anche a discapito dello sport e dei suoi vàlori più puri, c’è qualcosa che mi riporta al sapore autentico della pallavolo che amo: le lacrime di Paola Egonu.

Gli occhi lucidi della fuoriclasse di Cittadella anche oggi, all’atto finale, Mvp, mi riportano ad una dimensione umana, emozionale ed intima del mio sport; alla sua essenza di azioni e reazioni generate da muscoli, mente, passione e cuore.

Al tempo stesso, quelle lacrime, dovrebbero  ricordare a tutti che, sotto la casacca dell’atleta capace di decidere e stravolgere, con giocate straordinarie, le sorti di molte partite, non c’è un robot  di acciaio, ma una ragazza da cui non dobbiamo pretendere sempre cinismo, precisione e perfezione.

Quegli occhi lucidi dovrebbero non farci dimenticate che la Egonu capace di trasformare con uno “schiaffo” il pallone in un proiettile vagante ad oltre 100kmh o chiudere nei tre metri una diagonale, è un essere umano che gioisce, si emoziona, si arrabbia; una sportiva che si allena con dedizione infinita e costanza quotidiana per, fa sorridere scriverlo, migliorarsi.

Può sembrare banale. Forse lo è. Ma alla fine di questa competizione, che ha, in molti istanti, bistrattato l’essenza dello sport prediligendo lo show, è bello evidenziare come il vero spettacolo sia nella normalità, nelle emozioni e negli insegnamenti che sanno trasmettere i protagonisti di questo piccolo quanto bellissimo mondo chiamato volley.

Grazie Paola.

#conilcuoresempre

 

Foto dal web


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