Roberto, più in alto di tutti

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Quando lui si apprestava a fischiare per la prima volta in serie A (1997, ndr), Paola Egonu non era ancora nata e Simone Giannelli era un pargolo di pochi mesi. E lo straordinario, è che dall’alto di quel seggiolone a bordo campo, lui, li ha arbitrati entrambi.
A dire il vero lui, Roberto Boris da Vigevano, arbitro internazionale, in questi venticinque anni di carriera ovunque nel mondo, dall’alto di quel seggiolone, di campioni ne ha visti davvero molti.

Determinato, mai sopra le righe; un direttore di gara attento, autorevole e severo, con l’intelligenza di saper ascoltare e sorridere.

Roberto Boris ha trasmesso per anni la sicurezza delle sue decisioni con la naturalezza di una gestualità spontanea, come se lassù,  su quel seggiolone ci fosse nato, come fosse tutt’uno con quel fischietto fluo.

Vederlo arbitrare è stato per molti anni un piacere, una splendida lezione di stile, equilibrio, umanità e passione.

Roberto Boris è stato per venticinque anni, dall’ alto di quel seggiolone, sopra tutti, senza mai credersi, per un solo istante, superiore a coloro che era tenuto ad osservare. E forse è proprio per questo che oggi, dopo averlo visto scendere da quel seggiolone per l’ultima volta, ci congediamo dall’ arbitro Boris con la sensazione di aver perso un gigante, un grande arbitro che rimane nel cuore di molti, più in alto di tutti.

        Foto: Massimiliano Natale


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