Busto, Bergamo e Trento: lacrime e applausi.

Condividi con

Busto, Bergamo e Trento. Tre storie differenti, tre “campi” lontani, tre sestetti con ambizioni distinte e distanti, accomunati, in una serata di fine marzo,  dalle lacrime per un sogno infranto e dagli applausi, doverosi, di tutti gli amanti del volley.

Busto esce sconfitta 3-0 dalle mure amiche dell’EWork Arena e da quella Champions di cui è stata, senza dubbio, la più autentica, frizzante ed emozionante rivelazione. Le ragazze di coach Musso, vale la pena ricordarlo, non più tardi di sette giorni fa, avevano compiuto l’impresa titanica di rimontare, due set e addirittura vincere al tie break a Istanbul, contro quella che oggi è, a mio parere, la squadra più forte d’Europa: il Vakifbank del solito “antipatico” e vincente Giovanni Guidetti.

Bergamo ha perso sul campo la sfida dei quarti di Campionato con una determinata Scandicci, ma le lacrime sono tutte per quello che sta accadendo fuori dai 18 metri di taraflex: il rischio, purtroppo sempre più concreto, di perdere, per sempre, quel patrimonio della pallavolo italiana, fucina per oltre un decennio dei più brillanti talenti azzurri, chiamato volley Bergamo.

Trento, almeno la parte del volley rosa cittadino, perde al tie break l’accesso ai quarti del massimo campionato nazionale. L’unico sestetto tutto italiano e al tempo stesso quello più giovane del campionato, al suo primo anno nella massima serie, ha divertito, stupito, emozionato e strappato applausi, centrando con coraggio, intelligenza e la giusta spavalderia, un incredibile ottavo posto al termine della regular season e lasciando il pass dei quarti, solo dopo oltre due ore intensissime di gioco, all’arcigno Bisonte di mister Mencarelli.

Tre storie diverse, vissute in posti lontani, dove vincere avrebbe significato raggiungere traguardi molto differenti, ma dove le lacrime di chi è uscito sconfitto hanno lo stesso sapore, come se tutte avessero giocato nello stesso scampolo di campo.

Tre storie dove chi ha perso esce dal campo fra gli applausi di tutti, avversari compresi, per quanto di straordinario ha realizzato, in un percorso, in una partita, in questa Storia chiamata volley dove inseguire un sogno, a volte, conta più di alzare un trofeo al cielo.

Foto Cev


Condividi con

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *