Torniamo a parlare di pallavolo.

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“Colpa dei social”. Parole travisate, estrapolate sia dal contesto, sia dalla stessa frase che ne modifica, non di poco, il senso.  Parole trasformate in titolo, cappello di pagina,  da buona parte della stampa italiana.

E se da una parte stupisce che chi è poco o mal informato faccia informazione di primo piano, dall’altra viene il dubbio, nemmeno troppo fantasioso, che vi sia un disegno per  dipingere Davide Mazzanti come un uomo che sfugge davanti alle proprie responsabilità, facendone capro espiatorio e origine di tutti i mali della pallavolo italiana.

Ora, anche i peggiori detrattori di Davide Mazzanti, se intellettualmente onesti e oggettivi, gli potranno imputare  colpe e difetti, ma non il fatto che il CT, in tutta la sua carriera, sia mai fuggito dalle proprie responsabilità.

Anzi. Davide Mazzanti, doveroso ricordarlo,  è stato il primo che in, modo rivoluzionario, al suo arrivo in una Federazione ovattata e non certo predisposta all’assunzione di eventuali  “colpe”, ha dichiarato di voler carta bianca sulle sue scelte, da quelle tecniche allo staff, assumendosi tutte le responsabilità derivanti.

Ecco, sarebbe stato opportuno farli in quell’occasione i “titoloni”, ma evidentemente sarebbero stati poco graditi e avrebbero generato meno interesse, o se preferite, meno polemiche.

Davide Mazzanti, allenatore, è anzitutto un uomo e come tale non scevro da errori.  Senza dubbio, in quest’ olimpiade, qualcosa ha sbagliato anche lui, ma, ne sono certo, il CT ha intelligenza, pragmatismo e onestà per riconoscere i propri errori e farne tesoro.

Evitiamo di  fomentare sterili ed inutili polemiche, travisando dichiarazioni o scrivendo di peggio.

Concludo con un’amara constatazione. In queste ore fra le cause dell’eliminazione delle ragazze di Mazzanti ho letto e sentito un po’ di tutto: “troppi spot”, “troppi sorrisi”, “troppe primedonne”, “troppi social”.

Mi devo essere distratto: ho visto partire per Tokyo un gruppo di straordinarie atlete con un argento Mondiale al collo e i media ci riconsegnano dodici veline (con rispetto per chi lo è),  fucine di gossip, al cui cospetto impallidirebbero anche Alfonso Signorini e gli autori del Grande Fratello.

Pallavolo signori. Torniamo a parlare di pallavolo.


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