Daniele da Foligno e le pagine di Storia.

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Daniele da Foligno. Ancora lui.

Il Mondiale per Club, la Supercoppa italiana, la  Coppa Italia e, conquista di una manciata d’ore fa, lo scudetto. Il terzo tricolore e il nono trofeo in quattro stagioni  da primo allenatore in riva al Monticano.

Se gli almanacchi della pallavolo fossero libri di Storia, i posteri si ritroverebbero a leggere le gesta eroiche e vincenti di un condottiero d’altri tempi, di un comandante amato e rispettato per la sua  generosità ed umanità.

A dire il vero Daniele da Foligno nella storia, quella del volley rosa, c’è già entrato, di diritto, e ne sta scrivendo, con il suo stile sobrio, garbato quanto incisivo e determinato, pagine indelebili.

Mi sono trovato spesso, in questi anni, a dedicare riflessioni a Daniele Santarelli. L’ho fatto per affetto, per amicizia, per stima infinita. Per le eccellenti capacità tecniche del ragazzo di Foligno, per le sue straordinarie qualità umane. Lo faccio ancora, oggi, con fierezza, perché anche dopo l’ennesimo vessillo conquistato, il generale con tante stellette sul petto, o se preferite il coach con tante medaglie al collo, ha conservato l’umiltà e la solarità di un cadetto agli esordi, l’entusiasmo di un allenatore agli albori.

Fra una decina di giorni, a Verona, Daniele da Foligno, tornerà in campo per un’altra battaglia sportiva, un’altra sfida destinata ad entrare nella Storia del nostro sport: la finale per conquistare la  Champions League, il trofeo che manca nella preziosa bacheca trevigiana;  l’ultima tesserina di un mosaico già splendido ed emozionante.

Comunque andrà, ne sono certo, Daniele Santarelli saprà restare, ancora una volta, quel ragazzo concreto, corretto, gentile e appassionato che, chi scrive, ha avuto l’’onore di veder diventare immenso e ineguagliabile condottiero.

Comunque andrà, ne sono certo, Daniele da Foligno, saprà scrivere altre pagine di Storia con la stessa disarmante, vincente ed umana semplicità.

Nella Storia, con il cuore. Sempre.


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