La sconfitta di tutti.

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In questi vent’anni a bordo campo, di palestre, palazzetti e sodalizi sportivi ne ho visti, purtroppo, chiudere molti. Ma non mi rassegno.
E forse è per questo che, nella mia visione romantica quanto anacronistica dello sport, ad ogni serrata è come se qualcuno mi scagliasse un pugno nello stomaco.

E non importa se a chiudere è la blasonata società che ha vinto prestigiosi trofei internazionali o il piccolo sodalizio di provincia che non ha in bacheca alcun trofeo.
In ogni caso la serrata è una sconfitta, una delle peggiori. Per tutti.

A perdere non è solo lo sport ma è la comunità, la collettività, incapace quasi sempre di comprendere l’importanza sociale e l’opportunità di crescita che l’attività sportiva praticata o “ammirata” offre al singolo, al gruppo, a tutti.

Quando una società sportiva cessa la sua attività, rinuncia al titolo, si ridimensiona, perdiamo tutti, anche chi di quella realtà ignorava l’esistenza.
Perdiamo perche spesso cadiamo in quel grossolano errore di pensare che lo sport sia solo un gioco, il ludico superfluo.

Pensate agli insegnamenti, dal rispetto delle regole, a quello degli avversari, che lo sport può e sa trasmettere.

Pensate a come lo sport educa all’impegno costante, alla dedizione e talvolta al sacrificio per ottenere il risultato.

Pensate alle lacrime, ai sorrisi, alle emozioni che vi ha regalato, nella vostra vita, lo sport.

E forse quel pugno nello stomaco arriverà anche a voi.

Nonostante tutto, con il cuore. Sempre.

 

Dedicato all’amico Antonio De Salvo 


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