L’ultimo Samurai nell’Ufo Gaishi Hall di Nagoya  (di Frank Rubuano)

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“Veloce come il vento, tranquillo come una foresta, aggressivo come il fuoco, ed inamovibile come una montagna”

(detto dei Samurai del clan Takeda)

Ottomila giapponesi urlanti nell’astronave aliena del Gaishi Hall di Nagoya.
Italiani presenti: le quattordici ragazze della squadra, il loro staff, qualche dirigente della Federazione, qualche procuratore, pochi tifosi sparsi qua e là (alcuni residenti a Nagoya; troppo facile), Maurizio Colantoni, Andrea Lucchetta e i loro due tecnici Rai.

E io, ultimo Samurai che come Saigo Takamori sono confinato in un angolo, circondato da giovani giapponesi che incitano la loro squadra. Li osservo con attenzione.

Ma non è tempo di guardare il pubblico; ora devo guardare le ragazze.
La gara è difficile, le nipponiche difendono qualsiasi palla, il loro gioco è veloce, anzi velocissimo, le loro fast sono più rapide di qualsiasi altra che si possa vedere sui campi europei, il loro servizio è come una saetta che s’infila nel corpo della nostra Nazionale.
Le azzurre vincono il primo set, ma con fatica.

Le giapponesi impongono il loro ritmo nella seconda frazione del match. La Nazionale Italiana risorge nel terzo set, dando l’impressione di volgere la partita a proprio vantaggio, come accaduto in altre occasioni in cui le avversarie l’avevano messa in difficoltà.

Ma le giapponesi non si spaventano e colpiscono il campo nemico.
La nostra ricezione e la nostra difesa non sono brillanti come nelle battaglie precedenti, i centrali penetrano con difficoltà nel settore nipponico e le ragazze sembrano patire la spavalderia delle avversarie. Il quarto set è perduto.

Ma sul Gaishi Hall, che come abbiamo detto sembra un’astronave extraterrestre, è planata già dai primi minuti l’unica aliena del Campionato Mondiale: Paola Egonu.

Ofelia Malinov ne intuisce la giornata di grazia e le fornisce palloni con lodevole abbondanza. Paoletta ringrazia e mette a frutto tale cornucopia di occasioni per affondare nel cemento liscio avversario come se fosse burro: 36 punti, 2 muri, battute che mettono in crisi la ricezione, ma soprattutto una valanga di punti nel tie-break, ben 9.
E una cattiveria nello sguardo da vera agonista. Cattiveria che riversa sul pallone, sparando dardi in tutte le direzioni. Anche a 95 km all’ora. E picchiando la palla sempre più in alto: prima a 2,95, poi a 3,05 metri. Provate a vedere a che altezza è il soffitto di casa vostra e fate il confronto.

Il set è vinto 15 a 13. E’ l’apoteosi e la fine di un incubo che si stava profilando quando l’Italia era sotto di due lunghezze nel set decisivo.

Gli alieni sono tutte le ragazze della nostra Nazionale, che oggi hanno salvato l’ultimo Samurai e lo hanno portato in salvo fuori dal Gaishi Hall.

Siamo in semifinale, a Yokohama.

E oggi ultimo atto all’astronave extraterrestre di Nagoya contro la Serbia, ma in scioltezza.

La spada deve essere più di una semplice arma; deve essere una risposta alle domande della vita.
(Miyamoto Musashi)


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